Crisi Climatica e il mercato del gas

tratto da “banconote news” di Banca Etica

L’inferno di fuoco che nei giorni scorsi ha devastato Los Angeles, uno dei peggiori incendi nella storia degli Stati Uniti, ci ricorda, al pari di altri eventi estremi susseguitisi negli ultimi mesi, dalla Dana che ha travolto Valencia alle inondazioni che hanno colpito l’Emilia Romagna, la gravità della crisi climatica sempre più incombente

Nel 2024 è stata superata la soglia critica di 1,5°C di aumento della temperatura media globale, il limite fissato dall’Accordo di Parigi, quello oltre il quale siamo destinati ad addentrarci in un orizzonte sempre più fosco. Condizioni meteorologiche estreme come inondazioni e siccità sono in aumento e uno studio ha scoperto che le temperature oceaniche dell’anno scorso sono state le più alte mai registrate. Sono dati che dovrebbero allarmare la comunità internazionale e i decisori politici. Eppure, in uno scenario segnato sempre più da tensioni geopolitiche e venti di guerra, la lotta al cambiamento climatico sembra essere pericolosamente passata in secondo piano.

Lo ha ricordato con parole nette anche il Presidente Mattarella nel suo tradizionale discorso di fine anno: «La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione.»

Altrettanto desolante è la parabola dell’Alleanza delle banche per il Net Zero ( “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale) nata durante la Cop 26 di Glasgow con l’obiettivo di «mobilitare le migliaia di miliardi di dollari necessari per costruire un’economia globale a zero emissioni e realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi», destinata probabilmente al fallimento dopo l’uscita delle grandi banche statunitensi in questa nuova fase storica segnata dalla presidenza di Donald Trump, notoriamente negazionista sul tema cambiamento climatico. Dunque è probabile che nuovi, ingenti flussi finanziari continueranno a essere convogliati verso le fonti fossili, cause principali della crisi in atto. 

Risorse peraltro al centro di dinamiche speculative che producono impatti negativi nella vita di tutte e tutti: al Ttf di Amsterdam, il mercato di riferimento per il gas in Europa, non è solo la scarsità di risorse a gonfiare i prezzi, ma soprattutto le mosse speculative di hedge fund e fondi di investimento. Attraverso i contratti futures, un gruppo ristretto di 380 investitori è riuscito a portare le quotazioni oltre i 50 euro, influenzando pesantemente il mercato reale e facendo impennare i costi dell’energia.

Gas: come funziona l’indice della Borsa di Amsterdam. E chi ci guadagna

L’aumento delle bollette del gas è dovuto a speculazione finanziaria.

Come funziona l’indice TTF (Title Transfer Facility) della Borsa di Amsterdam

Lo scontro tra il presidente ucraino e Gazprom in merito al transito del gas russo ha prodotto il blocco dei flussi attraverso quel Paese. Sono così immediatamente partite le scommesse al rialzo. E il prezzo di un megawattora ha superato i 50 euro.

Per l’Italia si tratta di un danno evidente perché aveva, nel corso dell’ultimo anno, ripreso gli acquisti di gas russo a prezzi molto bassi. Con un raddoppio delle quantità rispetto all’anno precedente e con una quota totale che aveva raggiunto il 10%.

Ora il nostro Paese dovrà sopperire con Gnl proveniente dagli Usa. I cui prezzi, già alti, si sono ulteriormente impennati per effetto proprio della speculazione connessa alla vicenda ucraina. E hanno raggiunto i massimi dal dicembre del 2022.

Peraltro la stessa Ucraina ha cominciato, guarda caso, a dover comprare il gas naturale liquefatto americano, che sta diventando una merce molto contesa. E, dunque, con prezzi destinati a ulteriori rialzi. In fondo, Donald Trump non deve neppure troppo minacciare il Vecchio Continente di comprare americano. Perché gli europei sono già abbastanza autolesionisti. Bisogna aggiungere che sul prezzo del gas in Europa incidono in modo particolare due fattori specifici. Il primo è costituito dalla sua determinazione alla Borsa di Amsterdam. Ma di cosa si tratta?

Il mercato del gas, dove i soggetti finanziari superano quelli commerciali

La piattaforma di Amsterdam, definita Title Transfer Facility, è stata creata da un operatore olandese di trasmissione energetica, Gasunie, che l’ha venduta ad una Borsa privata statunitense, Ice (IntercontinentalExchange), che possiede anche l’indice Nyse. Particolarmente interessanti sono i principali azionisti: Vanguard, Black Rock, State Street, Capital Research, Morgan Stanley, Geode e Lazard. In sintesi i prezzi sono fatti dagli speculatori. Ma la Borsa di Amsterdam ha anche un altro limite evidente. Il volume degli scambi reali di gas rappresenta solo il 10% del totale degli scambi operati ad Amsterdam che sono per il 90% scommesse finanziarie.

Pochi numeri rendono tutto ciò molto chiaro. In un anno vengono scambiati ad Amsterdam solo 700 milioni di metri cubi di gas, a fronte di un consumo di 412 miliardi di metri cubi. Ad Amsterdam sono esposti sul gas ben 218 soggetti finanziari, di cui 164 sono fondi apertamente speculativi. Mentre sono solo 134 i soggetti commerciali, quelli realmente interessati al gas. È evidente che quando parte una scommessa al rialzo, tutti scommettono sul rialzo del prezzo del gas. E dunque il prezzo della materia prima, e quindi delle bollette, si impenna.

Il gas è una scommessa, le nostre bollette no

Un simile fenomeno avviene anche in mercati regolamentati con futures quotati. Come nel caso di Ice-Endex. In pratica nel TTF non c’è gas ma solo speculazione che determina, attraverso una sequenza di altri indici, i prezzi reali destinati a scatenare l’inflazione. Dunque se si volesse evitare le impennate speculative basterebbe non utilizzare più la Borsa di Amsterdam per la determinazione dei prezzi.

Il secondo fattore che incide sui prezzi è legato al primo. Gli operatori finanziari che sono presenti ad Amsterdam, e in tutto il “mercato del gas”, fanno scommesse su contratti di compravendita rispetto ai quali sono del tutto estranei. In pratica scommettono su un contratto altrui, il cui contenuto reale ha per gli stessi speculatori un interesse inesistente. Allora perché non vietare simili scommesse? E consentire di creare strumenti di finanza derivata solo ai titolari veri dei contratti di compravendita per coprirli dai rischi?


n.d.r.: In teoria, basterebbero poche righe di legge, ma servirebbero politici integri, che agiscano esclusivamente per il bene comune, invece di cedere agli interessi di un mercato che, sebbene definito libero, è in realtà controllato da pochi. Questo è evidente anche nella fine del mercato tutelato dell’energia. Come può uno Stato, degno di questo nome, rinunciare a proteggere gli interessi dei suoi cittadini?


GAS FOSSILE, (ribattezzato “Gnl – Gas Naturale Liquefatto” con una notevole operazione di marketing e greenwashing), ottenuto tramite fracking, una tecnica per estrarre gas e petrolio dalle rocce. Questo metodo prevede l’iniezione di acqua, sabbia e sostanze chimiche ad alta pressione per fratturare le rocce e liberare gas o petrolio. Dal punto di vista ambientale, il fracking presenta vari impatti negativi. Tra le preoccupazioni principali c’è la contaminazione delle acque, poiché le sostanze chimiche possono infiltrarsi nelle falde e nei corsi d’acqua. Inoltre, il fracking provoca perdite di metano, un gas serra che accelera il cambiamento climatico, e inquina l’aria con composti organici volatili, incrementando i rischi per la salute. Un altro impatto è la sismicità indotta, poiché l’iniezione di acque reflue può causare terremoti. Studi recenti indicano che il fracking produce più emissioni di CO2 rispetto all’uso del carbone stesso. Dal punto di vista economico, richiede alti investimenti iniziali per attrezzature e gestione: estrazione, liquefazione, trasporto con grandi navi, costruzione di impianti di rigassificazione, anche questo con notevoli impatti ambientali. Il prezzo del gas fossile subisce ulteriori aumenti a causa della speculazione finanziaria.